storia del cinema italiano contemporaneo

La storia del cinema italiano, quella gloriosa, rimasta nella memoria popolare è quella della “Dolce Vita”. Negli anni del boom economico la produzione nostrana è stata in grado di esercitare una reale concorrenza sul piano internazionale con le produzioni americane. Dalla metà degli anni Settanta ha subito profondi mutamenti strutturali che ne hanno stravolto il mercato, la produzione, i modelli narrativi, le tematiche trattate e le poetiche autoriali.

Oggi esiste un cinema italiano contemporaneo, denso di autori e attori di grande talento, più discontinuo degli anni precedenti ma al passo con i tempi e in grado di raccontare le trasformazioni sociali in atto nel nostro Paese. È la capacità di raccontare le sfumature ad aver fatto grande il nostro cinema.

La settima arte, per sua natura, è spazio di condivisione, discussione, processo e condanna di idee sociali e culturali che attraversano la società. Una funzione che va oltre “lo specchio dei tempi”, poiché è rielaborazione, racconto e testimonianza, dei fatti storici, delle mode, dei riti e dei miti nazionali, dei comportamenti pubblici e privati, dei mutamenti del costume e del consumo. Il cinema italiano è caratterizzato più di altre cinematografie nazionali da questo istinto sociologico, a cui si unisce il valore artistico delle pellicole prodotte.

Iniziamo questo viaggio con tre film che hanno inaugurato nuovi linguaggi e sottogeneri, divenuti veri e propri cult del cinema italiano contemporaneo.

L’ultimo bacio

l'ultimo bacio

L’ultimo bacio diventa da subito simbolo di una generazione, quella dei trentenni e dintorni, indecisa e restia a compiere il passo verso l’età adulta, a disagio negli schemi dettati dalle regole sociali ma incapace di romperli. Giovani che si sentono meno giovani, cresciuti all’interno di famiglie definite normali, affetti da depressione cronica e alla ricerca disperata di un qualcosa, un sentimento d’amore, un ideale, una meta che dovrebbe porre fine a ogni forma di frustrazione. Una pellicola toccante, dall’alto valore artistico e capace di descrivere la società partendo dall’individuo e dai suoi sentimenti.

L’ultimo bacio – 2001 – regia di Gabriele Muccino

La meglio gioventù

la meglio gioventù

La meglio gioventù è un’opera che guarda al passato per tentare un bilancio del presente, il film prova a rintracciare nella storia i segni premonitori di ciò che l’Italia, e gli italiani, sono diventati. Le forme in incubazione della crisi sociale e il buono che, nonostante tutto, continua ad esserci. Opera colossale e smisurato romanzo di formazione, dal titolo ispirato all’omonima raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini, La meglio gioventù segna un punto fermo nella recente storia del cinema italiano, anche grazie allo splendido apporto dei due giovani protagonisti.

La Meglio Gioventù – 2003 – regia di  Marco Tullio Giordana

Il caimano

Il Caimano
Locandina del film Il Caimano

De Il caimano si è discusso molto già prima della sua uscita, a ridosso delle  elezioni del 2006. Il film è, infatti, ispirato alla figura di Silvio Berlusconi. Il personaggio pubblico, imprenditore e politico, viene però ovattato all’interno di una finzione debitrice di Borges e Pirandello, e di un labirinto di specchi narrativi a tratti vertiginoso. Pirandelliano è proprio il personaggio di Berlusconi, interpretato da diversi attori: quello immaginato dalla protagonista, quello interpretato da Michele Placido, quello vero nelle sequenze di repertorio, e c’è infine quello cui lo stesso Moretti offre il suo volto. È questo gioco in cui l’autore divora l’immagine del suo nemico sostituendosi a lui nell’ultima apocalittica sequenza a caratterizzare il film come grottesco e geniale.

Il Caimano – 2006 – regia di Nanni Moretti